Camilla Baresani
Autore: Ottone Rosai
Titolo: Il libro di un teppista
Editore: Vallecchi
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: €10,00

Sommario

OTTONE ROSAI – Il libro di un teppista

Marzo 2010 - Il Sole 24 Ore - Domenica - Recensioni
Di Ottone Rosai ci interessa tutto: la pittura, con quell’umanità stilizzata ritratta tra dolori e languori nel contesto di una Firenze minore; la biografia, così piena di complessità: il fascismo “di sinistra”, le frequentazioni artistiche e letterarie (Soffici, Papini, Slataper, Maccari), l’animo popolano gradasso ma leale, il patriottismo post risorgimentale, l’omosessualità, e tutti questi elementi rimestati e resi acerrimi e irripetibili dalla tragedia delle due guerre mondiali. E c’interessa la scrittura: una prosa espressionista, baldanzosa e solo a tratti “ardita”, intrisa di dialettismi, il cui impasto oggi risulta straordinariamente attuale. C’è la passione per i suoni, di cui troviamo eco nelle liriche scherzose di Fosco Maraini e persino nelle canzoni di Paolo Conte; c’è una naturalezza che rimanda alla vita vera più che al futurismo artificioso di Marinetti; c’è un tormento felice, accolto e mai compiaciuto o strumentale; c’è il risultato plastico degli anacoluti, funzionali al dettato. C’è insomma un talento sbrigliato che lo avvicina agli esiti più felici della prosa naturalistica contemporanea.
 A riavvicinarci a Rosai, torna finalmente in libreria Il libro di un teppista (Vallecchi, pag. 138, € 10). Persino la storia editoriale di quest’opera ci interessa, perché nel susseguirsi delle riedizioni cambiò copertine e accostamenti con altre opere di Rosai, fino a diventare oggetto ambito dai collezionisti, specie per la prima edizione del ’19, la cui copertina straordinaria (disegnata da Rosai stesso) avremmo tanto desiderato vedere qui riprodotta in copia anastatica.
Il libro di un teppista è un succinto diario di guerra suddiviso in tre sezioni, (Coscritto, Verso la guerra, Appendice), pieno di note e immagini di grande efficacia. La divisa: “Con le scarpe-torpediniere, le maniche della giubba ripiegate in dentro per venti centimetri e le spalle a grondaia, i pantaloni a mantice…”. Il paesaggio: “Dai finestrini di quel diretto si vedevano spezzettati paesaggi di campagne e paesi rincorrentisi nello sfondo del cielo come tanti cartoncini colorati”. E i momenti di spaesamento patriottico: “Si ha della titubanza un po’ tutti, un monte di sassi e di ferro arrugginito non ci sembra del valore della nostra vita” (è la battaglia di Oslavia). In questa edizione figurano anche i bozzetti e gli appunti di Via Toscanella, sorta di didascalie ai quadri di Rosai, usciti la prima volta nel 1930 con illustrazioni dell’autore. Sono brevi prose poetiche, imperniate su suggestioni di quartiere: un albero, un passero, nottambuli, facciate cadenti. Splendido l’autoritratto del primo capitolo; impareggiabile la descrizione di via Toscanella, che “come un ragazzo discolo si è intrufolata insieme ad altri lazzaroncelli “ nel cuore della Firenze monumentale. Ogni tanto vi passa per errore un piccolo borghese con “idee di sventramento”, ma, come dice Rosai, andrebbero sventrati loro, i borghesi. “Via Toscanella campa del suo, non ha bisogno né di aiuti né di riguardi. Ogni casa è una storia e tutte insieme un poema epico ispirato a tempi grandiosi. Ogni finestra spalanca la sua bocca nera sulla strada maledicendo la mediocrità”. Sarebbe perfetta, questa riedizione, se solo fosse corredata di qualche nota al testo o di una breve introduzione alle opere di un simile artista totale.