Camilla Baresani

Sommario

Nuove gaffes per case nuove

Giugno 2017 - House 24 - Storie

Assistiamo a una sorta di rivolta dei materiali contro i più consolidati usi e costumi degli umani, soprattutto quando questi ultimi siano proprietari delle cosiddette “case di nuova concezione”. Mi riferisco al lusso di vivere scomodamente inteso quale simpatico accessorio dell’abitare contemporaneo. L’ospite si fa sempre più guardingo per non commettere gaffes irreparabili, e solo il padrone di casa sa di quanto vada aperto il rubinetto del lavandino a ciotola per evitare l’effetto aqua-splash, o quali accorgimenti adottare in cucina per evitare di macchiare a vita il ripiano in marmo (l’acciaio invece va bagnato solo con acqua distillata, pena l’irreversibile perdita di luminosità). E’ ormai inopportuna la classica domanda – “Serve una mano?” – di chi vorrebbe rendersi utile nella cucina altrui. Quest’estate, in un bel casale di Cetona, ammiravo un pavimento di cemento misto a resina che aveva impressi dei ghirigori ideati dalla padrona di casa. A un tratto, un’ospite americana, inciampando in un complicato schema di divani “a seduta sdraiata”, ha versato per terra un intero bicchiere di vino rosso. Sul cemento non c’era neanche l’ombra di un tappeto o – peggio – di una stuoia. Sembrava bastasse una passata di straccio, ma l’occhio abbacchiato del padrone di casa ci ha fatto capire che in realtà nulla avrebbe potuto rimediare alla sciagura. Qualche ora più tardi, infatti, quando ce ne siamo andati, abbiamo notato che la macchia paonazza era ormai stampata in maniera indelebile sul pavimento come la traccia di un antico omicidio, irreparabilmente mischiata alla resina che avrebbe dovuto togliere porosità all’impiantito. E chissà che effetto avrebbe avuto un simile disastro enologico su un parquet di tenerissimo legno africano, di quelli sui quali dovresti camminare solo calzando scarpe da barca – e che giorni fa, all’inaugurazione di un appartamento milanese, è stato sfigurato dalle unghiate di un festoso cagnone imbucato dall’ospite d’onore. Sono queste le vere gaffes contemporanee, che anziché la sensibilità delle persone violano la tutela dei materiali. Ospite avvisato, mezzo salvato.