Mamma ‘li americani! Brividi di orrore nelle Cotswolds, che sono poi gli Hamptons degli inglesi. Case di pietra, tetti di ardesia o di paglia, tortuose stradicciole contornate da muretti nemici di SUV e van, risonanze Tudor, piovosità, pub del XV secolo, giardini celeberrimi e pascoli sinuosi, caminetti, spaniel infangati. Non distanti da Londra, vicini a una moltitudine di aeroporti, si arriva anche in treno e se avete l’elicottero si atterra con facilità. Highgrove, la tenuta bio di re Carlo, è qui.
Dapprima, hanno cominciato a far man bassa di vecchi cottage gli inglesi di recenti grandi fortune: David e Victoria Beckham, Kate Moss, Hugh Grant. Ma poi, ecco i nuovi mostri, ossia i temibili americani. L’avanguardia sono state Ellen DeGeneres e la moglie Portia De Rossi, in fuga da Montecito disgustate dall’America trumpiana. “La coppia non si imbatterà più in cappelli Maga offensivi nel negozio Whole Foods locale, né si preoccuperà che le leggi sul matrimonio tra persone dello stesso sesso possano essere revocate, o sarà costretta a guardare Trump eseguire il suo straziante ballo YMCA in TV” dice il Guardian.
Nel frattempo, le Cotswolds sono diventate la nuova meta dei matrimoni americani e canadesi più lussuosi, l’alternativa umida e chic al matrimonio veneziano o hamptonsoniano. Ed ecco che la settimana scorsa la 27enne Eve Jobs, figlia del compianto Steve, laureata a Stanford, amazzone e modella, ha sposato un cavaliere britannico, medaglia d’oro nel salto alle Olimpiadi di Parigi. Cerimonia nella chiesa medievale di St. Michael and All Angel di Great Tew e ricevimento all’Estelle Manor, castellone da 109 stanze, sequestrato per tre giorni, con divieto di postare foto e reel. Festeggiamenti accompagnati dai vocalizzi di Elton John e Kaytranada, produttore musicale vincitore di un Grammy (diciamolo: un livello decisamente più alto del figlio di Bocelli sfoderato dai Bezos). Presenti, oltre alla madre di Eve, Lauren Powell Jobs (imprenditrice di stampo filantropico e proprietaria del prestigioso The Atlantic), Jennifer figlia di Bill Gates, Jessica figlia di Bruce Springsteen, pure cavallerizza, Sofia figlia di Roman Abramovich, e non poteva mancare una figlia Kardashian, nella fattispecie Kourtney (l’unica ad aver postato qualcosa: sé stessa per le stradine e la torta nuziale).
Pare che il costo del matrimonio sia stato attorno ai 7 milioni di dollari, di cui 1,3 sono andati a Elton John. Orrore tra i residenti per le Mercedes Sprinter dai vetri oscurati, per la Rolls-Royce Phantom viola, per i tacchi a spillo che forano i prati, per gli abiti di seta (troppo lucidi!), per le palle di rose alte un metro e mezzo, per il tappeto rosso fuori dalla chiesa. Le nozze american style hanno turbato l’atmosfera bucolica della zona, con ex militari che hanno installato barriere antisfondamento fuori dai cancelli della chiesa e SUV di fornitori parcheggiati a ostruire le stradine. “Charlbury è cambiata troppo. Non mi piace che sia stata così americanizzata, ha perso il suo fascino”, dice un locale intervistato dal Times.
Ma l’infiltrazione del male non è finita qui. È addirittura in arrivo, per le vacanze con famiglia, quel super burino di JD Vance. Disastro per la De Generis e moglie: il flagello dell’America woke – anti-aborto, anti-matrimonio tra persone dello stesso sesso, anti-controllo delle armi – le insegue.
“Chi inviterà a pranzo in cucina il tizio con la cravatta rossa, il mascara e la convinzione che la mancanza di figli sia legata alla sociopatia? Faranno un passo falso e lo faranno entrare al Soho Farmhouse (improbabile, visto che al giorno d’oggi è per lo più di proprietà del noto sostenitore democratico Ron Burkle)? O all’Estelle Manor? Riuscirà la sua squadra a ottenere un tavolo al pub Bull di Charlbury, sempre pieno? E sarà bravo a padel? Forse i Beckham di Great Tew, per lo più inerti politicamente ma legati ai repubblicani per via del matrimonio del figlio Brooklyn con Nicola, figlia del miliardario Nelson Peltz, promotore di raccolte fondi per Trump, offriranno loro rifugio”, scrive Phil Mistry sul Times. “Vance potrebbe scoprire che le sue opinioni sull’immigrazione e i suoi commenti maleducati sulle gattare non sono graditi ai tavoli comuni. Soprattutto se Sting, Trudie e Tony Blair si trovano lì”.
Insomma, gli inglesi snobbano il cafone Vance, e deprecano questi matrimoni con migliaia di lumini, il consumo dell’intera produzione floreale annuale dei Paesi Bassi da compostare tre giorni dopo, la convocazione di Adele o Ed Sheeran per eventi privati, i profluvi di accordi di riservatezza per i fornitori, i paparazzi con droni per cui gli eventi vanno ormai pianificati come operazioni militari. Nel frattempo, i quotidiani inglesi sono pieni di lezioni di stile per americani che comprano casa nelle Cotswolds e partecipano a matrimoni: “Se sai in che anno è stata costruita la tua casa è troppo nuova”, “mai installare ascensori”, “le scarpe dovrebbero essere stivali di gomma e le giacche cerate”, “le rose vanno bene, ma mai rosse, e coltivate nel giardino della mamma. Niente composizioni geometriche, niente globi ma fiori perfettamente disfatti, raccolti in un prato, selvatici e dai colori tenui”, “quando gli abitanti delle Cotswolds dicono che un hotel è stato progettato pensando agli americani, significa semplicemente che è troppo confortevole”. Di fatto, sintetizza il Times, “questi due gruppi di persone usano le stesse parole ma parlano lingue diverse; hanno gli stessi saldi bancari ma ostentano la loro ricchezza in modi opposti. Entrambe le squadre si impegnano tanto quanto l’altra: gli americani vogliono apparire come se avessero più soldi possibile, gli inglesi vogliono apparire come se i loro soldi fossero così vecchi da essere finiti”.