Camilla Baresani

Sommario

NICOLE BERLUSCONI – Progetto Islander

Gennaio 2020 - Grazia - Interviste I miei articoli

Ai cavalli non pensa mai nessuno. Ci commuoviamo per i cani, per i gatti, per gli agnelli, persino per mucche e maiali. Ma questi animali maestosi e dalla natura selvatica non entrano nelle nostre preoccupazioni. Provate a immaginare la vita degli esemplari che paiono più fortunati: uno di noi, un umano, compra un cavallo per fare gare, o semplicemente per andare a passeggio. Quel cavallo viene portato in un maneggio o in una scuderia, rinchiuso in un box, fatto passeggiare o lavorare poche ore, nei casi più fortunati. Altrimenti se ne sta rinchiuso nella sua cella dove a malapena ha lo spazio per rigirarsi su se stesso, per giorni e giorni, finché il proprietario, o un suo addetto, non viene a fargli visita e lo porta a prendere aria. Poi, dopo un periodo più o meno lungo, quel cavallo, l’amato cavallo del suo padrone, non va più bene. O si è fatto male (sono animali molto delicati), oppure non è abbastanza performante. Si decide di venderlo, e di comprarne un altro. Con un cane o un gatto non lo si farebbe mai, sono animali che ci impegniamo a tenere con noi per la vita. Il cavallo invece è destinato a passare di mano in mano, finisce da un nuovo acquirente che lo tratta peggio, perché l’ha pagato un po’ meno per via delle sue performance non eccezionali. Invecchia, diventa sempre più “ronzino”, e dunque lo si vende e rivende, di box in box, in maneggi sempre peggiori, maltrattato, non curato. Quando sentite qualcuno che dice “Quanto amo il mio cavallo”, prima di credergli, chiedetegli se si impegna a tenerlo e curarlo finché sarà in vita. 

“Il cavallo è l’animale più sfruttato dall’essere umano” mi dice Nicole Berlusconi, figlia di Paolo e nipote di Silvio, trentun anni e una laurea in lettere e filosofia. A undici anni Nicole ha iniziato a cavalcare e si è poi avvicinata al mondo agonistico facendo gare di salto ostacoli. “Man mano ho aperto gli occhi e ho iniziato a vedere anche la parte brutta e spietata di questo ambiente. Dopo la laurea ho fatto degli stage in riviste specializzate  – “Cavalli e cavalieri”, “Il mio cavallo” -, fino all’incontro che mi ha cambiato la vita. Ho conosciuto Susanna Cottica, che mi ha chiesto una mano per un grosso sequestro: duecento equidi abbandonati in un terreno, a Colleferro. Era il 2010. Nel 2012 ho fondato Progetto Islander, un’associazione che si occupa del recupero di animali maltrattati e che cerca di promuovere una cultura diversa, di sensibilizzazione ai temi dei diritti dei cavalli e in generale degli animali”. Nicole Berlusconi è una bella ragazza che si esprime in modo vibrante, con la capacità di coinvolgere anche i sassi su problemi che a molti, forse, possono sembrare non decisivi. Invece il tema dei diritti di chi soffre, chiunque sia, uomo e animale, è misura della nostra capacità di creare un mondo migliore. 

“C’è una cultura dei rapporti con i cavalli completamente sbagliata. Vengono utilizzati come uno strumento, che poi si cambia o si butta via. Ora abbiamo un centro di recupero a Villanterio, presso la tenuta relais Il cigno, di proprietà della famiglia Tosi, che ci ospita gratuitamente. In questo momento abbiamo circa trenta cavalli sequestrati. Ci occupiamo della loro riabilitazione fisica e psicologica, e poi cerchiamo di trovare chi adotti questi cavalli che ricominciano a vivere. Siamo circa una decina di persone, impegnate in un’appasionante battaglia quotidiana”.

Chiedo a Nicole se faccia ancora gare o se abbia smesso di andare a cavallo: “Mi piace ancora cavalcare, ma solo montando a pelo, senza finimenti. Niente più gare. Mi occupo a tempo pieno di questi cavalli da salvare: abusati, malnutriti, abbandonati come si abbandona un oggetto che non serve più. Ci sono tantissime emergenze. Abbiamo bisogno di volontari e anche di persone che invece di comprare un cavallo decidano di adottarne uno. Dal 2012 siamo riusciti a farne adottare più di 400: salvati, riabilitati e affidati a chi se ne prende cura con amore. E soprattutto stiamo lavorando per una nuova proposta di legge dato che quella attuale, sui maltrattamenti agli animali, non è adeguata. Per giunta manca un fondo ministeriale cui attingere per mantenere gli animali sequestrati che quasi sempre vengono lasciati al proprietario stesso, non sapendo dove metterli, e dunque c’è bisogno di volontari e di fondi per mantenere i cavalli sottratti ai maltrattamenti. C’è poi una gran necessità di trovare volontari che vadano dove abbiamo le segnalazioni, e che poi si occupino dei controlli pre e post affido. Pensi che chi maltratta i cavalli, o comunque un animale che gli viene sequestrato, continua ad avere la possibilità di ripetersi, di prendere nuovi animali. Billa Bong, un pony da ostacoli, di cui mi sto occupando ora, veniva massacrata dal suo proprietario che la puniva,  a suo dire per addestrarla, con una canna di bambù elettrificata. Era piena di bruciature. Tremava dalla paura”. 

Progetto Islander (dal nome della prima cavalla di Nicole, morta di vecchiaia restando sempre con lei) fa sopralluoghi dove riceve segnalazioni, collabora con le autorità, in un lavoro che è molto difficile. “I cavalli hanno fatto parte della storia dell’uomo. Prima come alimento, poi come strumento di trasporto in pace e in guerra, infine come atleti. Danno grandi emozioni, ma hanno anche il potere di salvarci la vita”, racconta Nicole, che oltre a Progetto Islander ha creato con la dottoressa Antonella Artuso un nuovo progetto, Riabilitiamoci. “È un incontro tra esseri fragili, che si aiutano vicendevolmente. Cavalli maltrattati, non ritenuti più utili, sequestrati a persone che li maltrattavano, poi curati e rimessi in sesto da Islander, incontrano bambini malati e sofferenti, ragazzi e adulti disabili,  persone depresse o afflitte da demenze, anziani soli e insieme si ri-abilitano in una situazione di aiuto reciproco. Un rapporto costruttivo che trasforma la sofferenza in nuove energie”. 

Nicole, che vive con il padre e con i suoi cani – una decina tra cui alcuni recuperati da situazioni di miseria e angherie -, con un maialino,  e con alcuni cavalli, ha sviluppato una grande sensibilità verso le sofferenze di chi è solo e non ha nessuno che lo difenda. È una ragazza tenera e affascinante, dai lunghi capelli biondi, che fatichi a immaginare in città tanto è a proprio agio in campagna, tra gli animali. Le chiedo se abbia un fidanzato: “Non vorrei parlarne… però si, ce l’ho, È appassionato di animali, non tanto quanto me ma mi aiuta e supporta”, dice. “Gli animali sono la mia vita. Chi sta con me deve condividere questa passione, è inevitabile”.