Camilla Baresani
Indirizzo: Hotel Monaco & Grand Canal, San Marco 322, Venezia
Telefono: 0415200211
Sito web: http://www.hotelmonaco.it/
Prezzi: €90

Sommario

Venezia – Restaurant Grand Canal, Hotel Monaco & Grand Canal

Maggio 2007 - Il Sole 24 ore - Domenica - Ristoranti Veneto
Perché andiamo al ristorante? Per mangiare bene, per mangiare qualcosa dato che a casa abbiamo il frigo vuoto, per vedere chi ci va, per passare del tempo in un locale accogliente, oppure – in certe stagioni – per godere di un ristoro all’aria aperta, dopo mesi di vita rinchiusi al caldo del riscaldamento o al fresco dell’aria condizionata? Alcuni considerano ragionevole solo la prima soluzione, la maggior parte di noi invece ci va per l’insieme di questi motivi, sperando di soddisfarne il più possibile – o che almeno uno di questi sia così prevalente da sovrastare la delusione per la mancata realizzazione degli altri. Se esaminiamo con questa griglia il ristorante dell’Hotel Monaco & Grand Canal di Venezia, possiamo dirci piuttosto soddisfatti. Partiamo dalla posizione: si mangia al riparo degli ombrelloni su una terrazza affacciata sul Canal Grande, con vista sull’isola di San Giorgio e proprio di fronte alla massa biancastra a spumiglia della Chiesa di Santa Maria della Salute. Accanto alla terrazza c’è la fermata San Marco del vaporetto, con gran saliscendi di masse più o meno turistiche. Sotto i pochi tavoli poi, c’è un parcheggio-attracco di gondole: lì si notano diverse cose interessanti. Per esempio che i gondolieri in attesa di clienti non leggono mai nulla, nemmeno i fumetti: stanno sdraiacchiati con un ombrello aperto sulla testa. Sulla destra c’è anche un pontilino per il carico e scarico di derrate alimentari: i motoscafi cargo qui recapitano la spesa. Se poi vi mettete a guardare cosa passa sul Canal Grande potete restare avvinghiati al vostro tavolo per ore: sfilano due barche di vivaisti cariche di palme; un tizio col suo motoscafino malridotto trasporta ben cinque cani che più meticci non si può; non si contano gli andirivieni di taxi e di traballanti vaporetti; un’enorme nave a più piani, l’Ikarus Palace, sbuca dal canale della Giudecca, con tutti i croceristi schierati sui ponti, una gran quantità di esseri umani piantati come paletti dal lato di piazza San Marco, cioè dal nostro lato: non si capisce se si divertano più loro a guardare noi o noi a guardare loro. Ogni tanto qualche tipica zaffata fognesca lega l’insieme di meraviglie architettoniche, naturali e umane, come perfetto suggello veneziano. E tutto questo viavai produce un gran rumore e limita la conversazione tra commensali: per fortuna, ché a volte la civiltà della contemplazione si dimostra superiore a quella della conversazione. Il ristorante non è particolarmente a buon mercato, ma soprattutto non lo è l’hotel. Facile quindi che agli altri tavoli siano seduti individui dall’aspetto internazionale e realizzato (sia quelli che possono permettersi di pagare i conti sia quelli a spese altrui): gente con l’aria di avere lavori interessanti e redditizi, belle donne assortite di tutte le età, famiglie dall’aria smaltata. Versioni contemporanee del genere di clienti dell’Hotel des Bains ritratti in Morte a Venezia. E il cibo? Si mangia bene, al ristorante del Monaco. Cucina veneziana modernizzata, resa leggera benché saporita. Per esempio il mio passato di piselli novelli con calameretti ripieni era decisamente ben eseguito, profumato e corposo, dal sapore vagamente affumicato. Altrettanto dicasi per la coda di rospo con sauté di porri e asparagi bianchi e verdi, e per la zuppetta di melone con gamberi e capesante. Finalmente un dignitoso risotto di pesce alla veneziana, la cottura fermata al punto giusto, il pesce tenero col sapore non sovrastato da condimenti. E particolarmente ben ideati gli gnocchetti di patate agli asparagi, robiola e tartufo nero. E’ delicato persino il fegato di vitello alla veneziana con polenta, che avevo mangiato in una precedente occasione. I piatti e le tovaglie sono di raffinata semplicità, adatti al contesto; i camerieri solleciti e gentili, pur con una vena di ferma scaltrezza veneziana. Ma nessuno mangia più così tanto, soprattutto nel gran calore veneziano. Volendo, insomma, si può risparmiare e almeno una volta concedersi il lusso di un’esperienza così gratificante.